Una grande passione per il vino e il grande legame della nostra famiglia alla tenuta ubicata su una collinetta denominata “Astraco di Burlò” in Agro di Noto. Tenuta che guarda Noto “ il Giardino di pietra”, riconosciuto dall’Unesco patrimonio mondiale per il suo grande prestigio Storico Culturale.
Il piccolo Gianpaolo, nato dal matrimonio tra Giovanni Raffa e Sebastiana Mazzone, sin dalla tenera età seguiva con molta passione il nonno Paolino che con amore e dedizione curava dall’alba al tramonto il vigneto su questa collina tra mare e montagna.
Il fascino del paesaggio soprattutto al tramonto, gli odori inebrianti dei meravigliosi grappoli d’uva, il calore della campagna estiva di Luglio, spingevano il piccolo Gianpaolo alla raccolta prematura dell’uva, riempiva nude “cuveddì, (ceste canna secca) con gioia fanciullesca, e pensando che l’uva fosse già pronta, portava le ceste colme di frutto al nonno Paolino che li respingeva con uno sguardo tagliente e gli sussurrava “ nun ci semu ancora” (non è ancora il momento della raccolta).
Il piccolo Gianpaolo “capia subitu” capiva subito di aver commesso una birichinata, scappava veloce come una lepre e rifugiandosi tra gli alberelli verdi del vigneto, che lo nascondeva agli occhi del nonno, si chiedeva piangendo dove avesse sbagliato.
Nel frattempo l’estate volava via e a metà settembre gli sguardi tra il nonno e il nipote diventavano sempre più dolci e teneri a sancire che finalmente era arrivato il tempo della raccolta. I grappoli avrebbero fruttato un vino che racchiudeva, con il suo profumo caldo e avvolgente, la ricchezza di questa splendida terra siciliana ma soprattutto il duro lavoro, sotto un sole cocente, di nonno Paolino e la gioia vivace e spensierata del piccolo Gianpaolo.
La scuola di vita del nonno Paolino, la sapiente cura che lui versava verso quel piccolo vigneto, il rispetto delle tradizioni vitivinicole apprese grazie anche agli sguardi non sempre dolci del nonno, il vento caldo e avvolgente di questa terra aperta al sole, l’appoggio sereno e concreto di papà Giovanni e di mamma Sebastiana, fecero nascere nell’animo di Gianpaolo un sogno da realizzare: la nascita “dell’Azienda agricola di famiglia” dove la coltivazione e la maturazione dell’uva avrebbe portato alla produzione di un vino che non è solo una semplice bottiglia di nettare rosso ma qualcosa che contiene l’idea della completezza della vita familiare, e la gioia di lavorare su qualcosa da condividere con gli altri.
Da questo profondo sentimento nasce il primo vino “Donnaraffa”, un vino di vitigno Nero d’Avola, dal colore rosso rubino e dalle vivaci tracce violacee. Vino di alto prestigio organolettico, complesso e di immensa bevibilità e piacevolezza.
Mio fratello aveva un sogno ed io…farò del mio meglio perché si realizzi!